Davanti ad una propost di buon senso che farebbe risparmiare 400 milioni di euro, il M;inistro degli Interni risponde che in realtà la cifra è più bassa e quindi non vale la pena. Maroni sostiene siano soltanto 160 milioni di euro, bruscolini 320 miliardi di lire.
Lo sostiene a cuor leggero, tanto non sono soldi suoi, sono soldi dei cittadini italiani. Il suo obbiettivo è far saltare il referendum per mancato quorum.
Il dovere dei cittadini, a parer mio, è di rivendicare il "potere sovrano" come dice la Costituzione Italiana. Se si può eliminare uno spreco i signori della Lega dovrebbero essere i primi ad accettare (non erano loro quelli di Roma ladrona?) e impegnarsi in campagna referendaria per mantenere intatta la legge elettorale.
Invece i leghisti preferiscono fare i bari!
Niente election day il 7 e 8 giugno. “Berlusconi ci tiene tanto a far sapere ai cittadini che lui comanda e decide; poi, però, si piega sempre ai ricatti di Bossi” attacca Dario Franceschini commentando il vertice di Palazzo Grazioli tra Pdl e Lega. Lasciando la riunione i capigruppo del Pdl, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto hanno spiegato che la maggioranza chiederà una consultazione alle opposizioni per verificare se l'ipotesi migliore per svolgere il referendum sia il 14 o il 21 di giugno.”Se si vuole risparmiare - hanno sottolineato i capigruppo - il 21 è l'ipotesi più percorribile”.
RispondiEliminaSordi di fronte alle richieste dell’opposizione, dei referendari e della società civile di unire le date del voto e destinare i soldi risparmiati ai terremotati. Meglio farci votare non in due ma addirittura in tre domeniche di fila. “Gli italiani devono sapere che pagheranno inutilmente centinaia di milioni di euro in un momento in cui tutte le risorse del Paese servirebbero all’emergenza in Abruzzo e a fronteggiare la crisi economica. Questo è il costo della scelta di non fare l’election day, accorpando elezioni europee, amministrative e referendum” continua Franceschini.
Così il governo dovrà varare un decreto per autorizzare uno sperpero di denaro pubblico, “perché questo farà Berlusconi per evitare l’election day –denuncia Ettore Rosato, deputato PD - si tratta di una scelta immorale e vergognosa perché nella prima ipotesi, quella del voto il 14 giugno, significa buttare dalla finestra 460 milioni di euro, se invece passerà la proposta di andare a votare il 21 giugno se ne butteranno “solo” 320 e con un decreto ad hoc”.
Insomma un capolavoro di efficienza e di risparmio da parte di un governo che pretende di passare alla storia come il “governo del fare” ma che fino ad ora sta facendo solo sprechi e regalie ai soliti noti.”
“Se fosse confermata, questa decisione sarebbe molto grave. Gli italiani non capirebbero» è stato il commento del presidente del comitato promotore dei referendum Giovanni Guzzetta. “Che si voti il 14 o il 21 giugno - ha aggiunto - significa comunque che ci saranno 300 o 400 milioni di euro gettati dalla finestra. Noi - ha spiegato ancora Guzzetta - siamo comunque pronti a fare i referendum in qualunque data. Toccherà alla maggioranza spiegare al Paese il perché di questo spreco”.