giovedì 6 dicembre 2012

Questione di privacy

In tre anni di attività da Consigliere Comunale di minoranza, mi sono spesso trovato davanti al problema della privacy, posto spesso ad opposizione di alcune mie richieste di accesso atti od inserito piè pagina come velato avviso. Quindi la domanda che mi sono più volte posto è: i dati che ricevo posso diffonderli? La stessa che ho fatto mille volte alla mia amica Laura Simeone, abusando della sua pazienza; Così una sera davanti ad una tazza di tè, abbiamo preso computer e tastiera e ci siamo messi a scrivere al Garante della Privacy...

[Chi è costui? Il Garante per la protezione dei dati personali è un’autorità amministrativa indipendente istituita dalla legge n. 675 del 31 dicembre 1996 (cosiddetta legge sulla privacy), per assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali.]

La domanda verteva sulla Sirmione Servizi e in particolare sugli obbligi di trasparenza amministrativa assimilabili o meno a quelli del Comune, essendo un azienda a capitale pubblico (60% comune 40% garda1 anch'essa pubblica) e svolgendo interamente mansioni a servizio dell'Ente locale. In qualità di capogruppo della minoranza in più occasioni ho chiesto di poter conoscere: i compensi, le ore di lavoro e le schede di valutazione relative ai premi di produttività dei dirigenti della Sirmione Servizi e il Sindaco ha risposto, come accennavo in apertura, che le seguenti notizie sono coperte da privacy e non possono essere divulgate.

 Il Garante risponde: In relazione alla e‐mail del 5 ottobre 2012, si rappresenta preliminarmente che il D.Lgs. 196/2003, Codice in materia di protezione dei dati personali, non ha abrogato o modificato la specifica disposizione di legge (art. 43, comma 2, D.Lg 18 agosto 2000, n. 267) che riconosce ai consiglieri comunali e provinciali il diritto di ottenere dagli uffici, rispettivamente, del comune e della provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, informazioni utili all’espletamento del loro mandato, nel rispetto del segreto d’ufficio, e dei principi di pertinenza e non eccedenza nel trattamento dei dati (art. 11 del Codice).
 Quindi le aziende ed enti dipendenti del Comune, ovvero che svolgono attività prevalente per lo stesso, sono assimilabili agli enti stessi in materia di trasparenza. Citato questo parere nell'ultimo accesso atti, ottengo finalmente quanto richiesto. Posto l'assurdità del procedimento, la lunghezza dello stesso e il mancato intervento del Segretario Comunale che queste cose dovrebbe saperle; la domanda adesso è ben più corposa: è giusto precludere questa informazione a tutta la cittadinanza?

E' giusto che i cittadini sirmionesi conoscano, consultando semplicemente un sito internet, il compenso e l'efficienza, non solo del consiglio di amministrazione, ma dei vertici dell'azienda?

E' giusto che cittadini abbiano accesso al quanto e al come vengono spesi i soldi di tutti noi?

1 commento:

  1. Sicuramente è giusto, i cittadini devono avere accesso a queste informazioni in quanto DATORI DI LAVORO degli amministratori pubblici. Credo comunque che per una corretta valutazione sia necessario fornire pubblicamente anche i dati dell'attività svolta e dei parametri statistici di raffronto altrimenti i soli dati relativi agli stipendi non permettono di valutare con obiettività la produttività degli amministratori. Un amministratore che lavora bene ha diritto sicuramente ad un buon stipendio comparabile con quello dei suoi pari in altre amministrazioni pubbliche europee a parità di lavoro svolto.
    Vito Franzoni

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